venerdì 2 maggio 2014

Un termometro per l'Arte

Esistono dei criteri che ci consentano di misurare il valore di un Artista?
Il primo criterio di misura che suggerisco è l'originalità.
Che grado di originalità ha il lavoro dell'artista? L'originalità può essere nel disegno, o nei temi trattati, nella tecnica a anche nell'approccio concettuale.
L'originalità permette a chi guarda un'opera di riconoscerne l'autore; sottintende una primogenitura su molti aspetti oggetto della stessa opera.
Un autore originale verrà riconosciuto, un autore che riprende temi o disegno verrà rimandato all'autore originale, quasi come un allievo al suo maestro.
Può capitare che Artisti diversi convergano verso una forma unitaria, creando una scuola per la quale verranno considerati i fondatori.
La professionalità della ricerca è un secondo criterio. L'autore non improvvisa un'opera ma la cala all'interno di una serie di opere che esprimono un pensiero complesso, un linguaggio nuovo.
Naturalmente occorre anche valutare quanto è casuale l'effetto ottenuto nell'opera e quanto è voluto dall'Artista.
Alcune opere riusciranno meglio di altre, alcune verranno accettate meglio; non è solo la volontà dell'Artista che rappresenta la significatività dell'opera (perché essa dipende anche dalla lettura che ne fa l'osservatore dell'opera) ma certamente un insieme di opere rappresenta l'espressione di questo nuovo linguaggio e come ogni linguaggio il suo valore dipende soprattutto dalle potenzialità espressive.
Tutto sommato questi due aspetti sono parzialmente complementari: la professionalità dell'Artista è in parte misurata dalla potenzialità espressiva e in parte dall'originalità delle sue opere.
La rappresentatività dell'Artista è un altro criterio.
Quanto l'Artista rappresenta il suo tempo? Oppure quanto anticipa i tempi futuri? Un Artista oggi che si ponesse come linguaggio concettuale l'era della velocità e delle macchine (temi cari ai futuristi) probabilmente faticherebbe a trovare soggetti e temi concettuali e sarebbe probabilmente costretto a rifarsi a cose già viste.
In alcuni casi l'Artista si oppone al suo tempo, esprime le tematiche di rottura e critica, costringe alla riflessione.
Un aspetto collaterale per giudicare un Artista è la conoscenza della sua storia artistica, un artista può rimanere fermo e costante su una certa tecnica e idea della pittura o evolversi sperimentando nuove idee e concettualità.
Un Artista che ha sperimentato, che ha variato le sue espressioni artistiche mostra un desiderio di ricerca, una volontà di evoluzione.
Esistono sicuramente criteri sui quali fondare una valutazione di un Artista ma questi sono quelli ai quali mio padre credeva.
In realtà la sua idea andava oltre, lui credeva che l'Arte dovesse rappresentare la filosofia concettuale dell'Artista e che questa stessa filosofia dovesse oltrepassare i limiti già esistenti. I suoi lavori artistici, nella sua intenzione, rappresentavano una realtà sconosciuta agli altri che lui intendeva disvelare non solo con i dipinti ma anche attraverso gli scritti di filosofia.
La sua convinzione di una fisica teorica in un vicolo morto discendeva dal suo rifiuto concettuale del paradigma dominante, le sue opere erano solo un linguaggio per esprimere e mostrare questo rifiuto.
Un aspetto evidente di questa convinzione è la espressione attraverso il suo linguaggio artistico che la fisica non ha capito il colore e la luce (perché le teorie attuali non ne descrivono pienamente i comportamenti).
Come già scritto in altri post, le descrizioni del comportamento della miscelazione dei colori e delle luci fallisce miseramente sotto luce nera.
La sua ricerca artistica di originalità ha dovuto, nei primi anni '70 fare dei compromessi con la sua ricerca puramente tecnica di causa-effetto rispetto ai desiderati effetti di produzione dei colori desiderati.
Il suo disegno infine si è semplificato nelle forme per concentrarsi proprio sul controllo delle tonalità e dei colori desiderati in camera oscura: dalle prime opere di cambiamento dove sia le forme che i colori erano sfumati è passato ad una fase dove le forme e i colori erano definiti e compatti per meglio rappresentare l'istantanea del cambiamento.
L'equilibrio dei colori e delle forme rappresentavano nella sua concezione la capacità professionale di moderare la superficie pittorica.
Ecco che secondo questo termometro la valutazione di Artisticità potenziale di Agrifoglio è elevata.
Ora quello che rimane per vederne riconosciuti i meriti artistici è semplicemente quello di aspettare e promuovere, far conoscere ed insistere.
Un aspetto per il quale sicuramente mio padre era deficitario era la sua assoluta incapacità di promuoversi, una incapacità di maturare contatti e relazioni.
Quanto alzano o abbassano l'asticella del termometro queste incapacità?

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