martedì 11 novembre 2014

Opera 216 con variazioni dinamiche

Ho sempre considerato questa, un'opera minore, considerato che la dominante gialla dello sfondo nella versione diurna è abbastanza rara nelle opere di Mario Agrifoglio.
Questa opera è realizzata nel 1975 rappresenta il controllo delle wdivergenze giallo/marroni, lo sfondo da giallo si trasforma ora in grigio, ora in verde.
Esteticamente il gioco di cerchi che tende ad esplodere da due cerchi multicolori a cinque cerchi è tipico di molte opere di questo periodo.


Opera 216, tecnica mista su tela. 1975 60x70 cm

Opera 216 illuminata sotto luce nera


Occorre rimarcare come la scelta di una figura geometrica semplice come il cerchio abbia sia un aspetto simbolico che un aspetto pratico.
L'aspetto simbolico tradizionale del cerchio quale rappresentazione della perfezione si lega a quello della sua esplosione su un gioco di piani, mentre sotto l'aspetto pratico (nella realtà estetica) l'effetto ottico reso dall'opera è quello di mostrare l'impossibilità dell'occhio di decidere quale sia il cerchio dominante, ovvero quale sia la sfera (il cerchio) davanti e la sfera (il cerchio dietro).

Nella versione diurna, infatti, i cerchi completi sono due e posti su un piano dimensionale piatto, velati poi da altri cerchi parziali, usati come schematica resa tridimensionale (una simulazione di ombre): in sintesi la figurazione tende a mostrarsi come due schematiche sfere tridimensionali che non decidono chi sia in primo o secondo piano.

Si può concentrare l'occhio sul cerchio basso e vederlo come una sfera, quasi simultaneamente il cerchio alto si mostrerà lui come una sfera che viene a galla, concentrandosi invece sul cerchio (sfera) alto si otterrà l'effetto opposto, ovvero di vedere la sfera (cerchio) bassa venire in superficie.

Nella versione sotto luce nera invece si ha un'esplosione, i due cerchi diventano cinque ma ancora l'occhio è incapace di decire quale sia l'ordine spaziale degli stessi, unica certezza che la rappresentazione non è più relativa a due sfere ma a cinque cerchi su piani velati e sovrapposti.

A tutto questo la dinamica di variazione giocata con la variazione della luce solare aggiunge un tocco quasi esoterico.



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