lunedì 14 aprile 2014

Neologismi per descrivere

Per comprendere pienamente il fenomeno estetico-pittorico di Mario Agrifoglio occorre prima avere consapevolezza della inadeguatezza delle descrizioni della sua tecnica basandosi sulla attuale teoria del colore.
Spiego meglio sinteticamente.
Per mescolanza sottrattiva si intende l'effetto della miscelazione di due sostanze colorate (generalmente inchiostro) su una superficie bianca.
Questa mescolanza ha l'effetto di produrre dalla combinazione di due colori un terzo colore a priori determinato.
In realtà le regole di registrazione dei comportamenti di miscelazione sono sintetizzabili in uno schema molto noto che illustra le principali trasformazioni di miscelazione.
 



Questo schema in realtà per essere veramente utile e da guida per l'attività di pittura va ampliato, per esempio, per produrre l'arancione e tutti i colori intermedi.

Questa seconda immagine rende l'idea del meccanismo di produzione di tutte le tonalità intermedie.
Più o meno giocando con i colori nell'esperienza di ognuno di noi vi è la percezione di quali siano "le regole del gioco" della miscelazione dei colori.
Una esperienza più rara e quindi una caratteristica meno conosciuta rispetto alla miscelazione dei colori è che miscelando tra loro dei fasci di luce le esperienze di causa-effetto cambiano abbastanza radicalmente.
Viene chiamata mescolanza additiva l'effetto delle miscelazione delle luci, e nonostante un comportamento radicalmente diverso della miscelazione di due singole sostanze colorate (in questo caso luci) ci si è accorti che "le regole del gioco" in realtà sono identiche a quelle della mescolanza sottrattiva, cambiano soltanto gli attori ma la struttura dell'esperienza è sempre basata su una terna di descrizione della causa-effetto.

Bene, mettiamoci ora in camera oscura, illuminiamo la stanza con luce nera e proviamo a miscelare due colori.
Ecco la prima sorpresa, miscelando (per esempio) un giallo e un blu il risultato non è un verde! Il punto è che non è più utilizzabile una qualche struttura logica formale basata su una terna di colori primari.
Miscelando un giallo e un blu il risultato non è a priori determinabile, non esistono regole basate sulla esperienza ottica sensibile in grado di fornire delle indicazioni di risultato.

Con "questo" giallo e "questo" blu, il risultato può essere un rosso, con un altro giallo e questo blu, il risultato può essere un grigio, con un altro giallo e lo stesso blu il risultato magari è un viola.
Tutti questi gialli affiancati sono apparentemente identici, e miscelati con lo stesso blu portano a risultati completamente diversi.

Ora io ho esemplificato con gialli e blu ma purtroppo l'unica persona che potesse fornire degli esempi e che possedesse la tecnica e quindi la conoscenza dei corretti esempi è Mario Agrifoglio.
Ricordo di avergli detto più volte di fornire una indicazione scritta dei suoi esperimenti descrivendo marca e/o materiali coloranti usati per consentire una descrizione scientifica accurata, ma la risposta è sempre stata evasiva.

Mio padre sapeva controllare ogni variazione a piacimento, poteva trasformare un colore diurno in un qualunque colore notturno ma purtroppo non sapeva descrivere quella tecnica ad uso e consumo di altri.

Nel tempo abbiamo creato dei neologismi per descrivere questi fenomeni nelle sue opere, una WConvergenza è il fenomeno osservabile di una serie di colori identici nel diurno che si trasformano in un unico colore sotto luce nera.

La "WConvergenza nera" è il comportamento più semplice osservabile, semplicemente quello di colori che non rispondono alla luce nera e che quindi offrono un'opera nera: praticamente tutte le opere non predisposte offrono l'esperienza della WConvergenza nera.
La "WConvergenza colorata" ("WConvergenza rossa" oppure "WConvergenza blu" o di altro colore) sono esperienze di superfici multicolore sotto luce diurna che diventano completamente rosse (nel caso della WConvergenza rossa) o completamente blu (nel caso della WConvergenza blu).

Una WDivergenza è invece l'esperienza sensibile opposta, ovvero quello di una superfice osservabile sotto luce diurna dello stesso colore trasformarsi un una multitudine di colori sotto luce nera.
Questa opera mostra una WDivergenza rossa.


La "inversione di calore al freddo" è una altro fenomeno abbastanza frequente nelle opere di Mario Agrifoglio, ed è descrivibile come la sostituzione di uno sfondo di colori caldi sotto luce diurna in uno sfondo di colori freddi sotto luce nera.


La "inversione di calore al caldo" è il fenomeno opposto, lo sfondo di tonalità fredde sotto luce diurna diventa uno sfondo di tonalità calde sotto luce nera.

La "velatura diurna" è l'effetto di affiancare lo stesso colore in tonalità diverse sotto luce solare, la "velatura notturna" è invece l'effetto di affiancare lo stesso colore in tonalità diverse sotto luce nera.

Ogni artista è in grado di realizzare semplicemente una velatura "diurna" mentre per la mancanza di
mescolanza sottrattiva sotto luce nera è molto complicato realizzare una "velatura notturna" soprattutto se la zona della velatura notturna nell'opera diurna è multi colore.


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